Autismo e sport
Un tempo si pensava che le persone con autismo non fossero educabili, che non potessero apprendere, capire, comunicare, praticare sport, stare con gli altri, lavorare, vivere una vita di qualità. Oggi vi sono studi scientifici ed esperienze documentate che testimoniano proprio il contrario: le persone con autismo, se adeguatamente motivate ed educate, possono svolgere numerose attività con buoni livelli qualitativi. seguendo le loro naturali propensioni e capacità.
Sono stati individuati metodi educativi speciali (come ad esempio l’ABA) che consentono ai bambini e ai ragazzi autistici di andare a scuola ed apprendere come tutti gli altri, sono stati sperimentati progetti di inclusione sociale che consentono loro di vivere il tempo libero (come ad esempio la VACANZA GAUDIOSA), sono stati compiuti progressi nello sport insegnando loro a nuotare (es: TMA), sciare, fare atletica (es: Progetto FILIPPIDE), giocare a basket (es: PALLA FABULOSA, Metodo CALAMAI) , a tennis, a golf, andare a cavallo e altro ancora.
Tuttavia tutte queste importanti iniziative sono ancora assai frammentate e a macchia di leopardo, talvolta sono costose, quindi non tutti possono facilmente accedervi . Mens sana in corporesano, si dice: le attività sportive però rivestono particolare importanza per le persone con autismo, perché consentono di:
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migliorare la loro prestanza fisica,
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realizzare la loro integrazione sociale
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dare un senso al loro tempo libero
ma anche perché – ormai pare assodato – che inducano il corpo a sviluppare sostanze utili per il corretto funzionamento del loro sistema nervoso.
Chiaramente, per ogni persona con autismo, occorre valutare attentamente le attitudini motorie, le motivazioni a fare sport, l’interesse per uno sport specifico, le possibilità di inserimento sociale, le possibilità della famiglia e anche la figura dell’educatore sportivo. Sport amatoriali e agonistici per persone con sindrome dello spettro autistico possono migliorarne la qualità della vita, ma è importante che le famiglie e gli operatori del settore siano informati e possano trovate le opportunità per intraprendere questa strada.
Per questo motivo ci sembra importante, come associazione per l’autismo, promuovere un convegno proprio sul tema AUTISMO & SPORT, per presentare alle famiglie e agli operatori del settore tutta la gamma di esperienze fatte e tutte le possibilità esistenti e fare proposte.
I relatori saranno sportivi , educatori, allenatori che hanno specifiche competenze ed esperienze nel training delle persone con autismo.
Luogo e data di svolgimento saranno indicati con precisione più avanti ma orientativamente dovrebbe essere fine maggio 2016 a San Donato Milanese o Milano.
Autismo in un CLICK
Il potere delle immagini è enorme: le parole non possono avere lo stesso effetto immediato e irresistibile. Il potere dell’immagine fotografica è dato dalla perfezione, dall’immediatezza, dalla non mediazione. Queste sensazioni non possono facilmente tradursi in parole se non a costo di rinunce.
Ogni giorno, nella nostra vita quotidiana vediamo scorrere immagini catturate dalla realtà, che ci possono apparire belle o brutte, che ci possono emozionare o lasciare indifferenti, che ci possono indurre a modificare i nostri comportamenti, che ci possono imprimere sensazioni per tanto tempo.
Per questo ci siamo proposti di dare vita a un progetto fotografico - che vorremmo denominare “Autismo in un Click” – che sfruttando questo potere ci aiuti a fare conoscere alla società in cui viviamo le persone con autismo e le loro particolari caratteristiche.
Alcune persone pensano solo per immagini e il loro pensiero è veloce e immediato, ma poi fanno fatica a tradurlo in parole e discorsi, per cui spesso sembrano taciturne o assenti. Molte persone con autismo ragionano e comunicano solo per immagini: in ogni istante fotografano quello che vedono e lo registrano nel loro cervello. Poi alcune immagini ce le restituiscono, sotto forma di comportamenti.
L’autismo non è una malattia. E’ un modo di essere. Uno dei tanti modi possibili. Diverso, spiazzante, spesso frustrante per noi “normali” che abbiamo bisogno di vedere nell’altro lo specchio di noi stessi, in cui riconoscerci e riconfermare il nostro modo di vivere e concepire la vita. Le persone con autismo sono un modo diverso di stare su questa terra, di vivere nel tempo e nello spazio, di porsi in relazione con gli altri e con i luoghi. E sono proprio qui, in mezzo a noi.
Le persone con autismo, con il loro stile, mettono in crisi le nostre regole e convenzioni e anche quanto c’è di artificiale nei nostri usi e costumi. Con il loro modo di essere schietto e senza filtri, spesso mettono a nudo anche le nostre tante debolezze. La loro non è una contestazione consapevole: è un’opposizione vitale, istintiva, totale. Tuttavia, in quanto diverso, il loro bizzarro modo di essere può rappresentare anche un arricchimento dello standard, un qualcosa in più, un’ottica nuova per farci vedere le cose e la vita stessa.
Invece, spesso le famiglie con autismo finiscono per chiudersi nelle proprie case, avvolgendosi nella pena di un figlio che sembra inadeguato in ogni luogo, perché esprime la sua vitalità in modi che spiazzano, che prendono alla sprovvista gli altri, i quali a loro volta reagiscono con manifestazioni di diffidenza o paura.
Cosa chiediamo alla fotografia e alla vostra sensibilità? La sfida di mettere in luce la dignità di questo modo di essere all’interno degli spazi della città, cioè degli spazi in cui le persone si incontrano e stanno insieme. Sono i luoghi come la scuola, la strada, i campi da gioco, i mercati, i locali in cui anche le persone con autismo possano esprimere se stesse, superando barriere e diffidenze.
Ecco un'immagine di come intendiamo realizzare il nostro progetto
L'orto di San Martino
Nel comune di Mediglia, frazione Mombretto, è presente una villa singola confiscata alla criminalità che da tempo è oggetto di progetto di ristrutturazione da parte dell’ente locale e che ha come destinazione la creazione di un centro diurno per giovani con disabilità autistica.
L’associazione GAUDIO che ha tanto operato e sollecitato questo obiettivo, intende promuovere oltre al centro diurno, anche la realizzazione di uno spazio aperto, sociale e ricreativo per le persone con autismo e disabilità intellettiva, avente come obiettivi principali:
a) dare sollievo, respiro e sostegno concreto alle famiglie e alle persone con disabilità di questo tipo,
b) promuovere lo sviluppo delle autonomie personali delle persone con autismo attraverso una “scuola di vita” esterna all’ambiente familiare, promuovere le attività sociali;
c) favorire relazioni di amicizia e d’inclusione sociale tra i ragazzi, adolescenti, giovani disabili e normodotati, evitando ogni discriminazione;
d) creare un modello di intervento replicabile per la gestione del tempo libero e l’integrazione sociale a vantaggio della comunità .
Nel territorio dei comuni dei distretti 1 e 2 della ASL 2 Milano, l’occupazione del tempo libero delle persone con disabilità rappresenta una criticità. Infatti, mentre sono stati nel tempo trovati modelli di inserimento scolastico, nei centri diurni, nelle comunità alloggio, resta tuttora da affrontare un argomento “normale” nella vita degli individui normodotati, che non è assolutamente tale nella vita delle persone con disabilità: l’occupazione proficua e serena del tempo libero.
Data il bisogno nell’area di ambienti di aggregazione sociale e di sviluppo per una cittadinanza attiva e coesa intorno ai problemi sociali, è indispensabile disporre al più presto di questa “villetta” ristrutturata sia per riqualificare il territorio sia per migliorare la vita delle persone con autismo che lo abitano.
Aggiornamento del 11/12/2015. Hanno preso finalmente il via dei lavori. Se vuoi saperne di più scarica il comunicato stampa cliccando qui
Il 17 marzo dalle ore 19.00 in poi si terrà a Milano, al Loft-Coworking di via Padova 336, una serata benefica per sostenere i nostri progetti, una serata coinvolgente con un menù ricco di solidarietà, divertimento e tanta voglia di stare insieme, per sostenere la nostra associazione e i nostri progetti.
E' questa la cornice in cui verrà realizzata la mostra di acquerelli voluta e proposta da una "nonna Gaudiosa", cioè una nonna che ha voluto anche lei darsi da fare per il suo nipotino e gli altri bambini di Gaudio. E' grazie a persone come Lei che nascono e possono essere realizzati i nostri progetti.
Questa la storia di nonna Giovanna.
L'anno scorso abbiamo raccontato la storia di Mario, un papà che rinunciava ai regali per il suo cinquantesimo compleanno per donare a dieci adolescenti con autismo una "vacanza gaudiosa", cioè un soggiorno terapeutico all'isola d'Elba per migliorare le loro autonomie personale e le loro relazioni sociali. Una storia tenera, che ha commosso tanti e che ha convinto il Coordinamento dei Comitati Milanesi, organizzatore del premio “Panettone D’Oro” a conferire a Mario questo importante attestato di riconoscimento della virtù civica.
Quest'anno, invece, raccontiamo la storia di una nonna, che ha voluto anche lei darsi da fare per il suo nipotino e gli altri bambini del gruppo che lui frequenta, quei bambini che, quando li guardi e se provi a parlarci, ti viene spontaneo chiederti da quale pianete provengano. Ma questa non è una domanda che si fa la nostra nonna. Lei sa benissimo da dove viene suo nipote. Viene da questa terra, dalla sua famiglia, è parte di lei e perciò gli vuole un bene dell'anima. Allora, cosa può fare una nonna per il suo adorato nipotino, oltre a prendersi cura di lui? Cosa ha da mettere in più, oltre il suo cuore di nonna?
Può mettere tutta la creatività, tutta la fantasia, tutta la propria abilità di acquerellista e cercare, con l'entusiasmo di una ragazzina, di coinvolgere anche i suoi compagni d'arte, accomunati tutti dalla stessa passione per la pittura. La Scuola di Pittura è quella di Lucia Bottini, un’artista che vive e lavora a Milano, dove da anni tiene corsi di pittura all’Università della Terza Età e alla Famiglia Artistica Milanese. Un’ esponente della scuola dell’acquerello, che allestisce numerose mostre personali e le cui opere hanno trovato collocazione in diversi Paesi.
Questa mostra di acquerelli, però, non è fatta solo per l’amore per la pittura, ma nasce dall'amore di una nonna per il suo nipotino e per gli altri bambini strambi come lui. Perché, dopo che la vita ha bussato così forte alla tua porta, capisci subito che quella porta non puoi più tenerla chiusa, ma devi spalancarla a tutti gli altri che sono fuori. Questo è un comandamento che i genitori e i famigliari dei bambini autistici conoscono bene: non c'è vita, non c'è serenità se ci si rinchiude dietro quella porta. Perché l'autismo non perdona se lo si tiene stretto come un triste e terribile trofeo nella teca del proprio dolore.
Ecco a cosa serve questa mostra. Serve soprattutto a tenere aperta quella porta, a fare della propria casa una grande casa aperta a tutti, perché l'autismo è una realtà che appartiene al mondo intero, poiché questi bambini non vengono da un altro pianeta, ma vivono in mezzo a noi, nelle nostre scuole, nelle nostre città, e ci arricchiscono con il loro diverso modo di essere.
Se ancora riusciamo a raccontare storie così, storie di papà e di nonne che hanno capito che il sale della vita, ciò che ci rende davvero persone, sta essenzialmente nella capacità di donare agli altri, possiamo ancora tirare un sospiro di sollievo e guardare al futuro con speranza.
L'Associazione Gaudio non solo ringrazia la nonna pittrice e i suoi compagni d’arte del Centro Ariberto di Milano, ma invita inoltre tutti gli interessati a gustare questa spettacolare Mostra di Acquerelli per l'autismo in una speciale occasione di incontro conviviale: una serata benefica a sostegno dei “progetti gaudiosi” per migliorare la qualità di vita delle persone e delle famiglie colpite da questa grave disabilità.
Grazie di cuore nonna Giovanna!